Abuso edilizio: cos’è, quali conseguenze comporta e come evitarlo. Vediamo di capirne di più su questa frangia dell’edilizia in alcuni contesti molto diffusa e spesso poco compresa.
Quando si deve modificare una struttura edilizia già esistente, bisogna richiedere determinati permessi. Dipende, ovviamente, dal tipo di lavoro che devi intraprendere. Le uniche eccezioni sono gli interventi di edilizia libera. Per realizzare una veranda o un giardino d’inverno, invece, bisogna seguire una determinata procedura a seconda del comune di appartenenza.
Probabilmente tutti siamo a conoscenza di questo fatto, ma non ne comprendiamo l’effettiva importanza. Per erigere una nuova struttura bisogna prima verificare che essa non comprometta la salute di nessuno. Non tutti i terreni sono edificabili e non tutte le superfici possono essere sfruttate interamente. Non è detto che tu debba saperlo a priori, quindi, perché non chiedere agli esperti?
Se la sicurezza personale non fosse un fattore sufficiente per convincerti, sappi che chi costruisce senza le dovute autorizzazioni rischia di essere denunciato per abuso edilizio. Questi termini ti sono probabilmente familiari, ma vediamo di chiarirli ulteriormente. Quando si parla di normativa edilizia, ci sono sempre dei lati oscuri da far emergere.
Partiamo dalla definizione. L’abuso edilizio è un illecito che può assumere rilevanza amministrativa o penale, a seconda dei casi. È un’accusa che può ricadere su chi ha realizzato un’opera edilizia senza le prescritte autorizzazioni o su un suolo non edificabile. Esso rappresenta una violazione della normativa edilizia vigente.
A rispondere dell’abuso edilizio sono:
Questi sono i soggetti indicati dall’articolo 29 del Testo Unico delle disposizioni legislativi e regolamentari in materia edilizia (Dpr n.389/2001) come responsabili di eventuali irregolarità nella costruzione di edifici. Sono gli stessi su cui ricade la colpa nel caso in cui l’esecuzione dei lavori non rispetti i permessi presentati.
L’unico che potrebbe essere esonerato dalla responsabilità è il direttore dei lavori. Il Testo Unico, infatti, dice che sarà libero da colpa nel caso in cui abbia contestato la violazione delle prescrizioni del permesso di costruire agli altri soggetti e abbia comunicato al dirigente o al responsabile comunale le sue perplessità con adeguata motivazione. Dovrà anche aver rinunciato all’incarico. Il rischio per il direttore dei lavori è non solo di tipo economico, ma anche professionale. Un’accusa del genere potrebbe comportare la sospensione dall’albo professionale da tre mesi a due anni.
Chi sarà dichiarato colpevole dovrà pagare le sanzioni pecuniarie e farsi carico delle spese per l’esecuzione in danno per la demolizione delle opere abusive.
Dato che l’abuso è sempre un reato, quando si verifica sono due le conseguenze a cui si va incontro: la condanna penale e la desolazione della struttura abusiva.
Il processo penale può andare in prescrizione se non si giunge a una sentenza entro i 5 anni dall’inizio del procedimento. Esso scatta nei confronti dell’effettivo responsabile dell’abuso, ovvero il proprietario dell’immobile e mandante dei lavori. Non è responsabile chi ha comprato l’immobile in un secondo momento a meno che non venga accertata la sua partecipazione alle irregolarità. Se, ad esempio, ha comprato quell’immobile richiedendo esplicitamente la realizzazione della struttura abusiva, allora sarà anch’egli/ella responsabile.
È possibile evitare la condanna penale richiedendo la sanatoria. In questo caso, il proprietario si impegna a rendere legittima e sicura la costruzione abusiva. Questa, però, è sottoposta a due condizioni:
Per chi si macchia del reato di abuso edilizio – reato abbastanza grave – l’articolo 45 del Testo Unico ha previsto una serie di sanzioni da applicare a seconda dei casi.
Il giudice potrebbe anche richiedere la confisca dei terreni abusivamente lottizzati e delle opere costruite abusivamente. In questo caso, i beni diventerebbero patrimonio del Comune.
La demolizione si verifica sempre, in qualsiasi caso, e non cade in prescrizione. Non è soggetta a un termine decadenziale ed è adottabile anche dopo molto tempo dall’inizio del provvedimento per abuso edilizio.
Anche in questo caso, la sanatoria può evitare il processo di demolizione. Non si distrugge, ma si aggiusta. Anche le piccole strutture che non provocano un grande impatto sull’ambiente possono essere risparmiate dalla demolizione. Spetta comunque al giudice decidere in merito.
Un ultimo motivo per cui si potrebbe evitare la demolizione di un’opera edilizia è se si riesce a dimostrare la pubblica utilità dell’opera. In quel caso, si procederà con la sanatoria a sistemare le parti compromesse.
Sanare un abuso edilizio richiede sia il pagamento di una sanzione amministrativa (il cui costo varia a seconda delle richieste e del quando si comunicano i lavori), sia dell’onorario di un professionista.
Se si scopre la presenza di un abuso edilizio, si può presentare una segnalazione scritta al Comune e agli uffici della Polizia municipale. Sarà da qui che partiranno gli atti da inviare alla Procura della Repubblica, al Questore e al Commissario della sicurezza pubblica. Il Comune deve rispondere entro 30 giorni da quando viene deposta la dichiarazione, disponendo o un ordine si sospensione o di demolizione dell’opera abusiva.
Con questa guida speriamo di aver chiarito tutti gli aspetti. Qualsiasi sia il lavoro di ristrutturazione che tu debba fare (la realizzazione di un soppalco, la costruzione di una piscina, l’unione di due appartamenti), ricorda sempre di farlo in conformità con la legge.