Quante volte hai letto la perizia senza capire cosa stesse dicendo? È importante riuscire a capirla soprattutto quando si parla di una casa all’asta con abusi edilizi. In quest’articolo tratteremo gli abusi sanabili e quelli non sanabili.
Ti spieghiamo cosa accade se l’immobile che ti interessa comprare all’asta presenta degli abusi edilizi, soprattutto se intendi chiedere un mutuo in banca.
Si tratta di un argomento molto delicato che può scoraggiare a partecipare alle vendite giudiziarie. Ma, come spiegheremo, il più delle volte le banche concedono ugualmente il mutuo in presenza di abusi sanabili e non sanabili. Anzi, è possibile richiedere un mutuo che copra l’80% o il 100% dell’importo di aggiudicazione.
Ecco cosa c’è da sapere sull’argomento e come funziona la richiesta di mutuo per la casa all’asta con abusi edilizi o altre difformità edilizie di varia tipologia.
Occorre sapere che, a differenza di quanto accade sul libero mercato, se abbiamo adocchiato un immobile all’asta con degli abusi edilizi possiamo ugualmente chiedere un mutuo in banca. Ciò perché, per legge, l’esistenza di abusi sanabili e insanabili non implica di per sé il rifiuto dell’istituto bancario. Tuttavia, una volta aggiudicato l’immobile, dovremo sanare gli abusi entro i termini indicati.
Per richiedere il mutuo, oltre ai documenti convenzionalmente richiesti, dovremo mostrare la perizia del tribunale nella quale sono indicati gli abusi edilizi e la loro tipologia. Nella maggior parte dei casi si tratta di irregolarità sanabili con il pagamento di una sanzione amministrativa (il cui importo cambia da Comune a Comune). In altri casi potrebbe essere necessario “il ripristino dei luoghi”, ovvero la demolizione degli interventi abusivi.
La decisione circa la concessione del mutuo dipende sempre dalla valutazione effettuata dalla banca, che tiene conto del valore dell’immobile, della somma richiesta e dell’entità degli abusi. Generalmente la presenza di abusi – anche non sanabili – non è di per sé un impedimento alla concessione del mutuo.
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Se dalla perizia del tribunale risultano abusi non sanabili, non bisogna spaventarsi: questa dicitura non deve spingere a rinunciare all’immobile all’asta!
In questo caso, per ottimizzare la possibilità di avere il mutuo, possiamo chiedere al CTU (o ad un consulente privato) maggiori chiarimenti sugli abusi e informarci sulla procedura di regolarizzazione. Il più delle volte, basta pagare una sanzione amministrativa senza ulteriori adempimenti.
Una cosa importantissima che occorre sapere è che c’è l’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi, detraendo il costo dal prezzo stimato dell’immobile.
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Se ci è capitato di leggere nella perizia “immobile abusivo non sanabile” vuol dire che l’edificio in questione è totalmente abusivo, quindi realizzato senza un titolo abilitativo rilasciato dalle autorità competenti.
Nessuno può mettere in vendita sul libero mercato immobili/fabbricati totalmente abusivi ma, al contrario, si possono acquistare nelle aste giudiziarie e trasferire agli eredi con testamento.
Se abbiamo comprato una casa all’asta con abuso edilizio, la legge ammette il cosiddetto “condono tardivo”: si tratta di 120 giorni (o altro termine espressamente indicato) per chiedere al Comune la regolarizzazione della planimetria.
Il termine per la sanatoria decorre dal giorno di emissione del decreto di trasferimento da parte del giudice, che segna il passaggio di proprietà all’aggiudicatario.
Per evitare spiacevoli sorprese, molte persone che si affacciano per la prima volta al mondo delle aste immobiliari scelgono di affidarsi a professionisti del settore. Questo garantisce un supporto costante in tutte le fasi dell’asta, compresa la richiesta del mutuo in presenza di abusi.