L’edilizia residenziale pubblica (ERP) o “housing sociale” può essere di tre tipi:
Si tratta in genere di abitazioni di proprietà pubblica cedute in locazione a canoni molto bassi a soggetti (nuclei familiari) in particolare condizione di disagio economico e sociale identificata attraverso appositi bandi pubblici.
E l’edilizia realizzata anche da privati che usufruisce di finanziamenti pubblici (statali, regionali e/o comunali) sotto forma di contributi in conto capitale oppure di agevolazioni particolari sui finanziamenti. Anche in questo caso i soggetti devono possedere particolari requisiti di reddito minimo e massimo e soprattutto non possedere una abitazione di proprietà. Sono individuati generalmente attraverso appositi bandi che stabiliscono anche particolari requisiti di preferenza (ad es. giovani coppie, o anziani soli ecc.).
In tempi relativamente recenti è stato introdotto un nuovo modello di agevolazione: l’edilizia a canone calmierato con la quale i promotori degli interventi si impegnano, in cambio di finanziamenti pubblici in conto capitale e/o altre agevolazioni anche tributarie (es. abbattimento oneri concessori, esonero del pagamento IMU per tot anni,…) a realizzare abitazioni da cedere, per periodi limitati in genere non inferiori a 15 anni, ad affitti calmierati.
E’ quella realizzata da cooperative edilizie, imprese e/o singoli proprietari all’interno dei Piani di Edilizia Economica e Popolare (PEEP) riservati alla costruzione di case popolari in diritto di superficie o di proprietà. Gli alloggi realizzati in questo ambito sono interessati da limiti alla locazione e alienazione per quanto riguarda i requisiti per poter acquisire un alloggio, iniziale non locabilità o inalienabilità (per 5 anni dalla data dell’atto di assegnazione), successiva possibilità di locare o alienare, ma a canone e prezzo limitati.
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