Sarà costituito da 140 articoli e si intitolerà ‘Disciplina delle costruzioni’ il tanto atteso nuovo Testo Unico dell’Edilizia messo a punto dal tavolo istituito dal Ministero delle Infrastrutture presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, al quale partecipano Ministeri, Regioni e Professioni Tecniche.
Stando alla più recente bozza, la legge si compone di cinque Titoli sostanziali:
Il Titolo I individua le competenze delle Regioni e degli enti locali e disciplina le distanze minime tra gli edifici nei casi di nuova costruzione, di interventi su edifici esistenti e di demolizione e ricostruzione (10 metri, distanze preesistenti, distanze inferiori in determinati casi), ma lascia facoltà alle Regioni e Province autonome di introdurre proprie norme sulle distanze, altezze massime e densità, diverse da queste appena descritte e diverse da quelle del DM 1444/1968, per favorire la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
Il Titolo II entra nel merito delle attività edilizie normando distanza tra i fabbricati, regolamenti edilizi comunali e Sportello Unico. Introduce la classificazione del patrimonio edilizio esistente suddividendolo in immobili suscettibili di particolare tutela, di riuso e adeguamento funzionale (ma non di demolizione) e di sostituzione edilizia e/o ristrutturazione urbanistica, anche al fine di favorire la rigenerazione urbana.
Fornisce le nuove definizioni degli interventi urbanistico-edilizi:
Sono riclassificati i tipi di lavori e i relativi titoli abilitativi: edilizia libera, lavori privi di rilevanza edilizia, interventi soggetti a permesso di costruire e a SCIA. Questi ultimi sarebbero, dunque, i soli due titoli abilitativi previsti. Sono normate l’agibilità degli edifici, la vigilanza sulle costruzioni, la conformità e sono individuate le sanzioni per tutte le violazioni.
Nel Titolo III troviamo le norme per la resistenza e la stabilità delle costruzioni – NTC, zonazione sismica, classe di rischio delle costruzioni, materiali da costruzione -, la definizione dei ruoli degli attori del processo edilizio, gli adempimenti tecnico-amministrativi e le competenze, i controlli e le sanzioni.
Un Capo contiene norme per il fascicolo digitale delle costruzioni, la raccolta organica di informazioni, anche disomogenee, urbanistiche, catastali, edilizie, impiantistiche, strutturali, ecc. prodotte dai professionisti e/o in possesso della pubblica amministrazione, che concorre al raggiungimento di un più elevato livello di affidabilità delle costruzioni. Necessario per ottenere benefici contributivi e/o fiscali e/o assicurativi, dovrà essere redatto ogni qualvolta si realizzi una nuova costruzione e aggiornato quando si eseguono interventi che richiedano un titolo abilitativo.
Il Titolo IV è dedicato alla sostenibilità delle costruzioni, intesa come sostenibilità ambientale, dei materiali, efficientamento energetico, uso efficiente delle risorse idriche, gestione dei rifiuti edili, demolizione selettiva, incentivi, certificazione della sostenibilità, progettazione e realizzazione di edifici energeticamente efficienti.
Oggetto del Titolo V sono le norme per progettare nuovi edifici o ristrutturarli senza, o eliminando, le barriere architettoniche. Alla scrittura di questi articoli ha contribuito in maniera decisiva il Consiglio Nazionale degli APPC.
Più che una riscrittura del DPR 380/2001, ormai datato e circoscritto alla sola normativa edilizia, la ‘Disciplina delle costruzioni’ è una proposta di legge organica che punta disciplinare il settore delle costruzioni nel suo complesso. Infatti, abrogherà non solo il DPR 380/2001 ma anche, per esempio, la Legge 1086/1971 per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio e la Legge 64/1974 per le costruzioni nelle zone sismiche.
Il testo definitivo sarà il risultato di un percorso partito nel 2018 con l’istituzione del tavolo da parte del Ministero delle Infrastrutture. Un primo resoconto è stato fatto durante l’assemblea nazionale dell’ANCI a novembre 2018.
Dopo diversi incontri, a marzo 2020 il Consiglio Nazionale Ingegneri ha riferito che i lavori di revisione stavano procedendo a ritmo serrato con l’obiettivo di chiuderli quanto prima e consegnare il testo al Ministero delle Infrastrutture. Da allora, il tavolo del Ministero sta lavorando alla redazione di un testo da inoltrare al Parlamento, del quale ha fornito alcune anticipazioni a giugno.