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Edilizia convenzionata: cos’è e come funziona

13 Ottobre 2021Davide Gulino
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L’edilizia convenzionata molto spesso viene confusa con l’edilizia sovvenzionata o agevolata, creando così molto disordine nella possibilità di comprendere le agevolazioni che la prima propone. E’ importante quindi capire quali siano le differenze sostanziali, andando ad evidenziare gli obblighi del costruttore e dell’acquirente, oltre i requisiti necessari per poter acquistare un’abitazione in edilizia convenzionata. La normativa che regola questo accordo tra un privato e un Comune è la L. 167/1962, nata per contenere i costi delle abitazioni, al fine di agevolare determinate fasce sociali.

Che cos’è l’edilizia convenzionata

Che cos’è l’edilizia convenzionata

L’edilizia convenzionata si attua attraverso una convenzione tra privati (imprese di costruzioni o cooperative) e il Comune. Quest’ultimo individua delle aree sul territorio, che sono destinate allo sviluppo urbanistico. Una volta che queste aree sono state individuate il Comune procede all’esproprio e le assegna, attraverso un bando di concorso, a delle imprese o alle Cooperative. Queste sono poi tenute a rimborsare i costi di esproprio sostenute dall’ente pubblico e ad iniziare i lavori.

Acquistare un immobile e abitarlo: requisiti

Acquistare un immobile e abitarlo: requisiti

Al fine di poter usufruire di un acquisto in edilizia convenzionata i requisiti minimi dell’acquirente devono essere:

  • non possedere altro appartamento all’interno del Comune di appartenenza;
  • avere la residenza, o il domicilio lavorativo nel Comune dove è ubicato l’appartamento;
  • avere la cittadinanza italiana, o altro titolo equivalente;
  • avere un reddito familiare che non superi i limiti massimi stabiliti della legge 457/1978 (solo per i programmi finanziati);
Gli obblighi dell’acquirente

Gli obblighi dell’acquirente

L’acquirente ha degli obblighi che deve rispettare al fine di poter continuare ad abitare in un immobile costruito in edilizia convenzionata:

  • l’impossibilità di vendere o affittare l’abitazione per un periodo di 5 anni, almeno che non sia il Comune a dare il nulla osta all’operazione, e questo avviene solamente in determinati casi:
    • quando il nucleo familiare è costretto a trasferirsi per problemi lavorativi o per pensionamento ad una distanza superiore ai 50 km dall’abitazione;
    • per motivi di salute di un componente del nucleo familiare fino al secondo grado di parentela;
    • per l’inidoneità dell’alloggio;
    • per difficoltà economiche;
    • a causa di una separazione tra coniugi;
    • per necessità di dare o ricevere assistenza sanitaria ad un familiare;
    • per necessità di riunire il nucleo familiare dopo un matrimonio.
  • trascorsi i 5 anni l’acquirente ha la possibilità di vendere o affittare l’abitazione, tenendo però conto dei termini di condizione dettati dalla convenzione stessa.

Leggi anche: Compravendita immobiliare: gli obblighi del venditore

Gli interventi possono essere edificati su terreni in due diverse caratteristiche:

Gli interventi possono essere edificati su terreni in due diverse caratteristiche:

Terreni in diritto di proprietà
(oltre alla proprietà dell’immobile si detiene, pro quota, la proprietà del terreno su cui l’immobile insiste).

Terreni in diritto di superficie
(dove si ha in uso per 99 anni, rinnovabili, la quota di terreno su cui insiste l’immobile); in questi casi il terreno è sempre messo a disposizione del Comune.

Differenze tra edilizia sovvenzionata e agevolata

Differenze tra edilizia sovvenzionata e agevolata

Per concludere questo approfondimento sull’edilizia convenzionata è bene anche delineare le differenze tra quella sovvenzionata e agevolata, proprio per avere un quadro completo delle convenzioni presenti sul territorio nazionale, al fine di facilitare l’acquisto di un immobile.

Nell’edilizia sovvenzionata tutte le spese sono a carico dello Stato, il quale procede attraverso il Comune o
la Regione alla realizzazione di abitazioni in Edilizia Residenziale Pubblica, o meglio conosciute come 
case popolari
. Gli alloggi vengono assegnati alle famiglie più bisognose calcolando canoni di locazione in base alle condizioni economiche e al numero dei componenti del nucleo familiare.

Nell’edilizia agevolata lo Stato mette a disposizione per l’acquisto della prima abitazione dei contributi in conto capitale o in conto interessi a fondo perduto per singole famiglie, in base al reddito di queste. In questi tipi di interventi sono le imprese e le cooperative che ottengono i finanziamenti tramite bandi pubblici.

Potrebbe interessarti anche: Che cosa è l’edilizia residenziale pubblica

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