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Nuovo Catasto Terreni: costituzione, scopi e funzioni

6 Ottobre 2021Davide Gulino
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Il Nuovo Catasto Terreni (N.C.T.) è stato istituito con la “Legge Messedaglia” e quindi a partire dal 1886. Ecco una dispensa di approfondimento alla sua costituzione, ai suoi scopi e alle sue funzioni.

Il Catasto Terreni inventaria tutti i suoli agricoli, i fabbricati rurali al loro servizio, i terreni incolti, le strade pubbliche e le acque esenti da estimo. Attraverso le mappe offre una rappresentazione cartografica completa del territorio italiano. Esso è di tipo:

  • geometrico, ovvero supportato da una rappresentazione topografica del territorio (mappa catastale);
  • particellare, in quanto l’unità di misura utilizzata è la particella. Si tratta di una porzione di terreno continua, appartenente ad un unico Comune, appartenente ad un unico proprietario, avente un’unica destinazione produttiva con un unico livello di produttività;
  • non probatorio, perché non costituisce prova ai fini dell’accertamento della proprietà. Di questo se ne occupa la Conservatoria dei registri immobiliari.
La formazione del Nuovo Catasto Terreni

La formazione del Nuovo Catasto Terreni

La realizzazione del Nuovo Catasto Terreni è stata iniziata subito dopo l’emanazione della Legge Messedaglia e quindi a partire dal 1886. Nonostante questo, però, le fasi con le quali il Catasto viene realizzato sono state definite per legge soltanto nel 1931, attraverso il Testo Unico sul Catasto (R.D. 1572/1931). La fase di formazione del Nuovo Catasto Terreni ha visto succedersi le seguenti operazioni:

  • preliminari (delimitazione e triangolazione)
  • di rilievo topografico (triangolazione, poligonazione e rilievo, formazione delle mappe e calcolo della superficie delle particelle)
  • estimative (qualificazione, classificazione, classamento, determinazione delle tariffe d’estimo)

Pubblicazione

Con l’attivazione del sistema meccanografico per la conservazione, gli atti ufficiali del Catasto sono stati ridotti a quattro, ossia:

  • la mappa particellare,
  • l’elenco o schedario delle particelle (che sostituì la tavola censuaria),
  • il registro o schedario delle partite,
  • la matricola o schedario dei possessori.

Potrebbe interessarti anche: Rendita catastale per terreni agricoli: ecco come si calcola

I dati catastali

In gergo catastale i soggetti di un diritto vengono chiamati intestati o, in modo meno appropriato, possessori. Quando uno o più intestati sono titolari degli stessi diritti reali pro indiviso su uno o più immobili, costituiscono una ditta catastale. Si parla di ditta individuale o collettiva a seconda che sia costituita da uno o più intestati.

Si parla di partita catastale quando ci si riferisce all’insieme di una ditta e delle particelle intestate a quella ditta. L’operazione con la quale una o più particelle vengono intestate a una ditta si chiama carico di particelle, mentre la soppressione dell’intestazione delle particelle a una ditta è detta scarico di particelle. Una partita è spenta se tutte le sue particelle sono state scaricate.

La mappa particellare è organizzata in fogli (dimensioni in m: 1 x 0,7) numerati progressivamente con un numero arabo. La rappresentazione unitaria di tutti i fogli di uno stesso Comune o di una stessa zona censuaria forma il quadro d’unione. La scala di rappresentazione tipica è di 1.2000, ma sono previste anche scale maggiori (1:1000, 1:500 per zone fortemente antropizzate) o minori (1:4000, aree di montagna o scarsamente antropizzate). La scala del quadro d’unione è in genere di 1.25000, ma è consentito anche l’1.10000.

Leggi anche: Categorie catastali: elenco immobili dei gruppi A, B, C, D, E, F

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