Se stai cercando consigli per la progettazione di scale interne, questo focus ti sarà sicuramente di aiuto.
Ti proponiamo una guida completa con schemi, immagini e approfondimenti tecnici relativi alle tipologie di scale più utilizzate (a L, a tenaglia, a chiocciola, ecc.): dal calcolo dello sfalsamento, alla normativa e ai regolamenti vigenti, fino ai titoli abilitativi necessari per costruire una scala.
Le scale possono essere classificate in funzione del materiale adottato:
I tipi più diffusi di scale in c.a. sono
Le scale possono essere classificate anche in ragione della pendenza. Una scala può essere:
Lo spazio che si ha a disposizione e la posizione che andrà ad occupare la scala, influiscono sul tipo di forma da adottare.
Sfruttare al meglio un angolo o una parete significa scegliere un modello piuttosto che un altro.
La forma in pianta del corpo scala può essere un poligono regolare o irregolare, un cerchio, un’ellisse, ecc.
I gradini devono sempre essere perpendicolari ai muri della gabbia, in modo che le irregolarità siano concentrate nei pianerottoli.
Il vano scala nella maggior parte dei casi può essere:
Le scale a rampa sono indicate per due situazioni in particolare:
La scala a rampa può essere:
Le scale a chiocciola, elicoidali o circolari, sono consigliate quando occorre posizionare la scala al centro di una stanza.
Le scale a chiocciola possono essere di due tipi:
Hanno un ingombro a terra minimo e sono quindi indicate quando lo spazio a disposizione è limitato. In pianta, le scale a chiocciola possono avere pianta circolare, quadrata o ellittica.
I dati che incidono sulla scelta del modello di scala sono:
Uno degli aspetti progettuali più importanti di una scala (e spesso molto sottovalutato) è lo sfalsamento da assegnare alle rampe.
Si definisce sfalsamento la distanza tra l’ultima alzata della prima rampa e la prima alzata della seconda rampa.
Rappresenta un ‘artificio strutturale’ che garantisce una serie di vantaggi (sia estetici che funzionali), primo tra tutto la continuità del corrimano. A livello estetico è assicurato l’allineamento tra gli intradossi delle rampe e l’intradosso del pianerottolo.
La continuità del corrimano all’interno di una scala in un edificio è importante non solo per garantire la sicurezza dei fruitori della scala, ma anche perché offre la possibilità, in caso di presenza di persone disabili, di montare un eventuale montascale.
In funzione delle grandezze geometriche in gioco, è possibile avere 3 tipi di sfalsamento:
Nel caso in cui d=a/2 (massetto + rivestimento gradino pari alla metà dell’alzata), lo sfalsamento risulta nullo e le alzate delle 2 rampe risultano allineate.
Nella figura sottostante la parte evidenziata in rosso (costituita da massetto + rivestimento) è pari a metà dell’alzata: il risultato ottenuto è proprio uno sfalsamento pari a 0 (l’ultima alzata della rampa di arrivo – alzata 1- è perfettamente allineata alla prima alzata della rampa di partenza – alzata 2).
Gli aspetti normativi, strutturali, ergonomici e di sicurezza per la progettazione delle scale sono regolati dalla Legge 13/1989 e dal dm 236/1989.
È importante tuttavia fare sempre riferimento ai Regolamenti Edilizi Comunali: nella maggior parte dei Comuni le rampe di una scala interna (non considerata per uso pubblico) devono presentare una larghezza minima di 80 cm.
Oltre a prevedere la larghezza della rampa, va considerato il dislivello che si vuole coprire per scegliere la corretta alzata e pedata.
Per costruire una scala interna è necessaria una regolare progettazione del gradino, di conseguenza è opportuno rispettare il rapporto fra alzata (a) e pedata (p): 2a + p = 63 cm.
Da questa formula si deduce che l’alzata ideale è inferiore a 19 cm, mentre la pedata ideale è di 30 cm.
Bisogna precisare però che per usi domestici la pedata può restringersi considerevolmente e sono accettabili alzate leggermente superiori a quella prevista dal regolamento.
Nel progetto di una scala è opportuno che:
Scala a pianta rettangolare
La larghezza della rampa è funzione del numero di persone che vi possono transitare contemporaneamente e dell’uso a cui è adibita.
La larghezza delle scale, così come quella dei corridoi, deve essere dimensionata in rapporto al flusso massimo di persone ipotizzabile o determinabile che può attraversarla.
Il flusso di persone massimo viene calcolato nella ipotesi di esodo contemporaneo di tutte le persone che abitano, lavorano o svolgono comunque qualsiasi altro tipo di attività nei locali che hanno accesso dalla scala, rampa o cordonata in esame.
Per la maggior parte dei locali pubblici o aperti al pubblico, la larghezza delle scale in rapporto al deflusso massimo (esodo), così come altre caratteristiche tecniche (rapporto alzata/pedata, caratteristiche delle pavimentazioni, ecc.), viene prescritta da normative specifiche relative alla agibilità di tali locali.
La rampa delle scale interne deve essere larga almeno 80 cm, mentre nel caso di una scala a chiocciola il diametro deve essere almeno di 110 cm. Rispetto al pavimento, l’inclinazione della rampa della scala deve essere compresa fra i 30 e i 60 gradi.
Gli elementi orizzontali o verticali che compongono la ringhiera, devono essere a una distanza massima l’uno dall’altro di 10 cm, mentre il corrimano va posto a 90 cm dai gradini. Nel caso di una balaustra, questa deve essere alta almeno un metro dai gradini.
Per impedire ai bambini troppo piccoli l’accesso alla scala, si possono utilizzare gli stessi cancelletti che si utilizzano per impedire l’uscita dei piccoli su balconi o terrazzi. Si tratta di ringhiere, a volte estensibili per scale di larghezze diverse, che si fissano con ventose a entrambi i lati della rampa oppure si applicano alla scala tramite cerniere laterali. L’apertura di queste protezioni può essere manuale, oppure a serratura o con meccanismo elettronico. Tali protezioni possono essere in legno o in metallo.
Scala a L
La scala deve essere in grado di sopportare un peso di 400 kg al metro quadro.
Relativamente alla progettazione di alzata e pedata occorre valutare innanzitutto il dislivello da superare.
L’alzata generalmente è compresa tra i 15 e i 17 cm (max 20 cm in scale di servizio), in edifici pubblici (ospedali, scuole) 13-15 cm; la pedata invece è calcolata tramite relazioni empiriche basate sul lavoro svolto dall’utente nell’affrontare il dislivello.
La formula generalmente usata (già citata in precedenza) è quella di Blondel:
2a + p = 62 ÷ 64 cm
in cui a = alzata e p = pedata.
Per scale interne a singoli alloggi il rapporto può essere incrementato come segue:
2a + p = ÷ 65 (valore massimo di a = 23 cm)
E’ consigliabile non superare i 15 gradini a scala e comunque è preferibile avere un maggior numero di gradini piuttosto che alzate troppo grandi, altrimenti le scale risulteranno troppo ripide. Se il gradino poi ha profilo anteriorearrotondato, risulta più pratico e sicuro.
Il titolo abilitativo da ottenere per realizzare una scala dipende dal tipo di intervento che si va a realizzare.
In linea di massima, si può affermare che l’inserimento di una scala interna ex novo, che presuppone la demolizione di una parte del solaio o una modifica strutturale richiede come titolo abilitativo la SCIA. Se l’intervento, invece, riguarda immobili sottoposti a particolari vincoli architettonici o storici, può essere necessario il Permesso di Costruire.
Nell’eventualità in cui l’intervento non implichi modifiche strutturali o si tratti di una semplice sostituzione di una scala esistente, potrebbe bastare la CILA, configurandosi un intervento di manutenzione straordinaria.
Se si tratta infine di una riparazione, conservando pendenza, posizione, sagoma e materiali uguali ai preesistenti, l’intervento può ricadere nell’edilizia libera.