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Tecniche tracciamento di cantiere

26 Agosto 2020Davide Gulino
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Il tracciamento è una delle incombenze principali del topografo di cantiere, perché nessun responsabile di una costruzione può operare senza sapere esattamente “dove” costruire.
Tracciare, dunque, vuol dire sapere dove si è con lo strumento e dove deve andare l’oggetto.
La trasformazione da coordinate a angoli e distanze è piuttosto semplice, e può essere fatta con calcoli o con l’ausilio del CAD (basta materializzare le visuali con linee e poi chiedere le loro proprietà).

Tecniche di tracciamento di cantiere

In genere la situazione sarà quella esposta: bisognerà ruotare in azimut lo strumento sino a individuare la visuale prevista (partendo da un azimut di riferimento). Poi, partendo dallo strumento, si misurerà la distanza prevista e quindi si potrà materializzare la posizione cercata.
Questa tecnica è quella più classica ed è l’unica che si può ragionevolmente usare con uno strumento sprovvisto di distanziometro. Oggi l’elettronica ci viene in aiuto, tanto che le tecniche si sono moltiplicate.
In particolare, poi, lo strumento ci solleva dai calcoli perché nella sua memoria sono conservate tutte le informazioni necessarie, come le coordinate delle stazioni, dei punti di riferimento e quelle dei punti da tracciare (che avremo avuto cura di “caricare” in ufficio, con calma). Inoltre in fase operativa lo strumento può calcolare costantemente gli elementi del tracciamento, e quindi dirci “quanto manca” al punto previsto.
Grazie ai miracoli dell’elettronica spesso possiamo contare anche su rappresentazioni di vario tipo, come ad esempio quella grafica.

Tracciamento polare

Il primo e più semplice modo di tracciare è quello citato. Prende il nome di tracciamento polare perché si basa sulle coordinate polari.

Tracciamento polare

Naturalmente a display vedremo delle informazioni molto utili, come la differenza sulla distanza (di quanto dobbiamo allontanarci o avvicinarci allo strumento?), e quella angolare. Quest’ultima è però poco utile, perché è difficilmente quantizzabile dall’operatore. Per lo più la pratica vuole che prima si porti il canneggiatore sull’azimut previsto, e poi lo si faccia avvicinare (o allontanare) lungo questa linea fino alla distanza desiderata.

Tracciamento ortogonale

L’ovvia evoluzione è il tracciamento ortogonale. In pratica viene instaurato un sistema di assi cartesiani con origine nello strumento, e asse delle ordinate sul punto dove si trova provvisoriamente il canneggiatore. Le due differenze (chiamate allineamento e offset) vengono prontamente calcolate dal software dello strumento. In questo modo all’operatore al prisma possono essere ordinati degli spostamenti lineari che sono riferiti allo strumento e ad una direzione ad esso “perpendicolare”. Con notevole aumento della velocità di esecuzione dell’operazione.

Tracciamento ortogonale

Tracciamento per differenza di coordinate

Un sistema relativamente poco usato è il tracciamento per differenza di coordinate. In esso si fa riferimento ad un sistema “generale”, ovvero a quello delle coordinate di progetto. Se esse sono basate su un’opera esistente, e presumibilmente in ampliamento, sono di facile interpretazione, ma se si tratta di coordinate generali sarà difficile individuare con sicurezza la loro origine (ad esempio il Nord), e di conseguenza capire la direzione di spostamento del prisma

Tracciamento per differenza di coordinate

La linea di riferimento

Esiste però un caso particolare che conviene studiare molto bene, ed è quello della linea di riferimento. Con questo sistema due punti vengono presi a base per l’individuazione di un sistema di assi cartesiani, e quindi i dati di tracciamento vengono riferiti ad essi.

La linea di riferimento

Si tratta pur sempre di un sistema di tracciamento per differenza di coordinate, ma è potentissimo perché esse sono “centrate” nel punto desiderato. Nell’esempio dello schizzo si vede come si possa operare con le modine: per realizzare un allineamento sarà sufficiente portare il prisma lungo il cavalletto sino a leggere l’offset desiderato. Nel caso dei lavori marittimi questo sistema ha permesso di comunicare a bordo, riferendolo al filo della murata e a un punto su di esso, la posizione del palo da battere.

Altri sistemi di tracciamento

Esistono altri sistemi che qui non elenco e che permettono di tracciare punti con tecniche particolari (per lo più verso zone non visibili a causa di ostacoli). Ad esempio si possono mettere due punti di appoggio provvisori e poi operare con la bindella per intersezione delle due distanze centrate sui punti provvisori, si può operare con una palina fortemente inclinata ma dotata di due prismi ad altezze differenti, e così via. Sono casi talmente specifici che non mi rimane che raccomandare di leggere bene il manuale di istruzioni.

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